Auto elettriche, come cambia il mondo della manutenzione
Nel numero di gennaio, il mensile Quattroruote ha pubblicato i risultati della prova di durata di un’Audi Q4 e-tron Sportback a propulsione elettrica che, tra il giugno del 2022 e l’ottobre del 2023, ha percorso nelle mani dei collaudatori e dei giornalisti della rivista 100.753 chilometri. È uno dei test condotti periodicamente dal mensile per verificare la qualità e le doti di resistenza di un modello. Questa prova è lo spunto per analizzare cosa ci aspetta per la manutenzione delle auto elettriche?
Al di là del buon esito della prova, non avendo dato l’Audi problemi particolari, uno dei dati più significativi che emergono è quello relativo alla manutenzione: la berlina ha richiesto un esborso complessivo di soli 141,22 euro per la manutenzione. E di questa cifra, 70,39 euro erano dovuti alla sostituzione delle spazzole tergicristallo, mentre i restanti 70,83 euro erano da imputare a un’unica operazione di manutenzione, un parziale rabbocco del liquido di raffreddamento della batteria.
Nient’altro, a parte l’inevitabile sostituzione periodica degli pneumatici, costati ben 3.700 euro e, in genere, soggetti a una maggiore usura sulle auto a batteria, per la forte coppia erogata in maniera quasi istantanea dai motori elettrici.
Niente cambio di pastiglie e dischi freno, la cui usura è risultata alla fine modesta (anche in virtù dell’azione di rallentamento esercitata dal motore elettrico stesso), niente aggiunte di altri liquidi, a parte quello lavavetri.
Audi, del resto, prescrive soltanto un controllo biennale in officina, senza indicazioni di chilometraggio, prevedendo interventi come la sostituzione del filtro antipolline, del liquido freni e di quello di raffreddamento della batteria.
Le nostre riflessioni
L’esito del test di durata merita, comunque, qualche riflessione supplementare. Per prima cosa, va detto che la vettura oggetto della prova appartiene a una fascia di mercato premium (la Q4 Sportback e-tron ha oggi prezzi di listino compresi fra 59.800 e 71.400 euro), alla quale corrisponde una qualità costruttiva generalmente elevata.
Non è però del tutto scontato che la stessa assenza di difettosità si possa riscontare anche su modelli appartenenti a segmenti inferiori.
La Dacia Spring e la futura Renault 5 (promessa a un prezzo di listino di 25.000 euro), o di marchi cinesi (le varie BYD Dolphin, DFSK Glory, MG ZS EV).
Sarebbe interessante, quindi, che lo stesso tipo di test venisse condotto su vetture economicamente più accessibili, per capire se le loro caratteristiche qualitative sono sufficienti per garantire una medesima assenza di problematiche.
Il report di Sicurauto
Sorprende come la stessa Audi non preveda scadenze prefissate per i tagliandi di manutenzione, come invece fanno altri costruttori (vedere, al proposito, il terzo report “Auto connesse ed elettriche” del sito sicurauto.it). La Dacia, per esempio, richiede una verifica ogni anno o 15.000 chilometri (così come la Fiat per la Nuova 500 EV); la Smart ogni due anni o 30.000 chilometri per la #1; la Jeep dopo un anno o 12.500 chilometri successivamente una volta l’anno o 25.000 chilometri per la Avenger full electric.
Tra le operazioni prescritte di solito rientrano la sostituzione del filtro dell’abitacolo (peraltro suggerita dai produttori di componenti annualmente o con frequenza anche maggiore nelle aree più inquinate come quelle metropolitane) e quella dei liquidi di freni, trasmissione e raffreddamento dell’inverter e batteria.
Nei modelli dotati di pompa di calore, è necessario sostituire periodicamente anche il fluido refrigerante; ed è importante tenere sempre sotto controllo lo stato della batteria ausiliaria, fondamentale pure nelle elettriche perché essenziale al funzionamento di servizi come l’apertura delle portiere e l’attivazione primaria delle batterie di trazione.
Come si prospetta il futuro per la manutenzione della auto elettriche?
Resta comunque il fatto che i mondi dell’autoriparazione e della ricambistica devono tener conto del fatto che andiamo incontro a un’era di grandi cambiamenti. Il passaggio alla vendita di sole auto elettriche è fissato dalla UE per il 2035. Questa data potrà subire ancora modifiche, dilazioni e ripensamenti, ma la strada verso la progressiva elettrificazione dei trasporti su strada è comunque tracciata, anche a causa degli ingenti investimenti già effettuati dai costruttori.
Il parco circolante italiano è composto da oltre 39 milioni di vetture con età media superiore ai 12 anni. I tempi per la transizione si prospettano molto lunghi. Officine e ricambisti possono contare su molti anni di attività.
Il numero crescente di vetture a batteria in viaggio sulle nostre strade porterà a una riduzione delle soste in officina, quanto meno a quelle non dovute a eventi straordinari come gli incidenti.
Ed è a questo futuro che i settori dell’autoriparazione e della ricambistica devono andare incontro preparandosi adeguatamente.
Per esempio, ampliando la propria gamma di servizi e offrendo prestazioni premium come quelle delle concessionarie ufficiali.
Alcuni esempi: Pick-up and delivery, con il ritiro e la riconsegna della vettura a domicilio, calibrazione degli ADAS e assistenza pneumatici.
Infine, per una crescita professionale può essere importante anche entrare a far parte di reti multimarca indipendenti. Queste reti offrono la possibilità di seguire corsi di formazione e si beneficia degli accordi con le grandi società di noleggio.
Il futuro può sembrare non facile ma sicuramente ci sono i margini per poter continuare a svolgere con profitto la propria attività.